Cristina come al solito deve trovare delle cazzate per spiegare le cose semplici. E poi nemmeno le spiega completamente!
Come mi giustifica il fatto di aver visto (e sottolineo “visto”) – anche se dovrei dire “vissuto”- la fine della contessa?
Cosa significava quel “figlio mai nato” che le si è mostrato?
Mi vuol far credere che l’autosuggestione arriva a far conoscere quello che non si può sapere?
La spiegazione, per me, è molto più semplice. Personalmente mi trovo sulla stessa lunghezza d’onda dell’amico… Jan Trym (non mi ci abituerò mai! Conosci da tanto uno Stefano Martini, e poi ti ritrovi… Ok, lasciamo perdere!)
…Del mio amico, dicevo, che nella nuova opera a cui sta lavorando ricorre a certe sue convinzioni che non hanno sicuramente basi granitiche, ma non per questo si possono escludere. Se non si può provare l’esistenza di qualcosa, non è detto che se ne possa provare l’inesistenza. Quindi, la mancata prova dell’inesistenza comporta la possibilità che la cosa esista.
Il ritrovamento del diario ed il progressivo nostro interesse, sempre crescente, alle vicende lì riportate, ha sollevato il coperchio dell’oblìo. Pensate ai grandi della storia: ancora vivono grazie all’interesse di uomini che leggono di loro, che seguono il loro pensiero, che continuano la loro opera… E’ la vera immortalità! Quanti di loro continuano ad insegnare? Ma quanti di loro sono definitivamente morti? Sono tutti quelli di cui non si conserva il ricordo, gli sconosciuti…
Questi personaggi del diario hanno vissuto una vicenda circoscritta, buia, che nessuno ha seguito e che non ha lasciato testimoni se non quest’unico scritto nato da uno sfogo di chi ha visto gli eventi precipitargli intorno.
Dopo duecentoventi anni siamo stati i primi a sapere, a partecipare con curiosità, a raccogliere la testimonianza… a giudicare! Li abbiamo svegliati ed abbiamo dato anche a loro l’immortalità! Vi sembra poco? Era normale che dovesse seguire una presa di contatto. Ci pensate a quanto di inespresso avevano da dire? Beh, grazie a noi l’hanno detto!