Il 21 aprile 2009 ha lasciato le sue storie terrene documentate da oltre 100.000 negativi sviluppati nei suoi 83 anni di vita, assemblando una delle raccolte più affascinanti della vita americana nella seconda metà del XX secolo.
Fotografa di strada nata nella Grande Mela, vissuta in Francia nella sua giovinezza, e restituita all’America nel 1951. Uno spirito libero, un’anima fiera, vissuta sempre con un lavoro da tata e pochi mezzi di sostentamento.
E forse proprio a causa di una parentela emotiva che sentiva con coloro che lottano per tirare avanti, la maggior parte delle sue foto hanno riguardato i poveri e le loro vite invisibili. Tuttavia, quando le è stato possibile, ha cercato nuovi orizzonti culturali facendo dei viaggi. In Canada nel 1951 e nel 1955, in Sud America nel 1957, in Europa, Medio Oriente e Asia nel 1959, e più tardi in Florida e nei Caraibi.
Guardando molte delle sue foto ci si ritrova quasi naturalmente ad immaginare una storia dall’inizio ad un possibile finale… Si fissa una vignetta di cui si intuisce o si ricostruisce quello che può essere avvenuto prima, ma si rimane con la pigra curiosità del come andrà a finire. In molte altre ci si aspetta che il soggetto stia per dire qualcosa, che voglia comunicare con noi lettori, o che si sposti in una sequenza propria del racconto per immagini (sia esso cinematografico o disegnato). Una visione innovativa, suggestiva ed immediata, precorritrice delle moderne tecniche del fumetto d’autore che, anziché utilizzare linee cinetiche o didascalie a corredo del disegno, mostra una sequenza muta, ma di grande impatto narrativo.
A ROMA
Dal 17 marzo al 18 giugno 2017, presso il Museo di Roma in Trastevere, è stata allestita una mostra per conoscere la vita e l’opera di Vivian Maier. Si potranno vedere 120 fotografie in bianco e nero realizzate tra gli anni cinquanta e sessanta insieme a una selezione di immagini a colori scattate negli anni settanta ed alcuni filmati in super 8.