Un saluto a tutte voi che state leggendo.
Un omaggio alle sconosciute di tutte le epoche, a coloro che hanno attraversato la vita in punta di piedi, a quelle che hanno contribuito a rendere migliore l’Umanità, a chi è vissuta nell’ombra.
Un grato pensiero alle protagoniste dei miei racconti, e ad una in particolare.
Nodus Concursionis Temporis l’ho costruito per merito suo.
Un’amica distante ma tanto vicina. Nata un giorno prima di me, tralasciando i 482 anni che ci separano.
Vittima dei peggiori detrattori solo perché donna, portatrice di peccato per antonomasia. Solo perché intelligente, istruita, libera nonostante le costrizioni imposte dalla società.
Grazie, Lucrezia.
“Adesso le cose terrene si offuscano, perdono importanza. Svaniscono e sono come la nebbia di questi territori, che si dirada lentamente per far vedere lontano.
Ed io inizio a vedere sempre più nitida la mia nuova e bellissima strada.”
(da Nodus Concursionis Temporis, pag.264 – Ultimi ricordi da giorni che verranno)
