Da uno sgradevole evento è nata un’involontaria pièce comica

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Cristina (no, non è lei nell’immagine di apertura!): solo dopo mi sono reso conto di aver tanto sopportato da lei per quell’empatia subitanea che mi aveva fatto vedere chiaro attraverso la sua corazza. Sentivo palpabilmente le sue debolezze, le sue insicurezze… e la mia sola amarezza è stata nel constatare che questa cosa non era reciproca. Lei vedeva di me quello solo quello che aveva preconcettualizzato.
Ma dopo quella telefonata che le ha passato Gianmaria, quella sera in Bretagna, avevo finalmente avuto la netta sensazione che qualcosa sarebbe cambiato. E anche allora, non mi sbagliai.

In cucina, Cristina si appoggiò al lavandino e, mentre guardava fuori della finestra, si rese conto che poteva parlare con Luciano mantenendo un tono distaccato, amichevole: non poteva dimenticare quanto erano stati intimi. Forse sentiva ancora del trasporto nei suoi confronti, ma scemò subito non appena lui l’aggredì rozzamente:

– Ma che sei diventata scema? Inutile che te lo chiedo se già so la risposta, ma non credevo proprio che potevi arrivare a tanto! Sei ancora più imbecille di quando stavamo insieme, e t’ho detto tutto! Come cazzo t’è venuto in mente di mandarmi quel messaggio, poi!? Abbiamo la 007, quella che manda i messaggi cifrati quando sta in calore!

Incredula, impietrita, Cristina non aveva la forza di organizzare una reazione e si limitò a cercare di interrompere quello che Luciano le stava vomitando addosso…  

(Dai frammenti di un diario, pag.165)

Con riluttanza, ma finalmente sciogliendo il ghiaccio nei miei confronti, me lo aveva confermato. A quel punto, da serio professionista qual sono (scusate l’immodestia), dovevo saperne di più.
Annotai quindi quel numero di telefono prendendolo dal portatile di Gianmaria e, una volta a Roma, feci una semplice ricerca di appartenenza: era del CESM.

Non sapendo cosa ci fosse dietro a quell’acronimo, indagai ulteriormente. Venni a sapere molte cose di un certo Luciano Bazza e della sua attività. Contattai la sua giovane compagna e le chiesi un appuntamento per “un’intervista” dicendole che era per una mia rubrica sul paranormale.

Qui di seguito potete leggerne il testo completo. Avevo portato il mio piccolo registratore a cassette ed ho trascritto fedelmente quello che ci siamo detti senza correzioni grammaticali o di sintassi.


INTERVISTA A DEBORAH.P.

Introduzione a cappello:

Che fine ha fatto il CESM? Da Piazza delle Coppelle scompare la targa del Centro Esoterico di Studi Mistici del sedicente dottor Luciano Bazza.
Ed oggi mi trovo dalla signora Pxxxxxxx, la persona che alcuni mesi fa ha gettato il Centro nello scandalo denunciando coraggiosamente le imposture del suo compagno.  Signora Pxxxxxxx…

 – Mi può chiamare Deborah… Si scrive con l’acca finale!

 – …Deborah, ok. Perché quella sua decisione? Se non erro, in quel periodo lei aspettava anche un figlio dal suo compagno…

 – Esatto! Però, che significa? …Anzi, quello che ho fatto lo dovevo al nascente…

 – Al nascituro, vuol dire! …Il vostro bambino.

 – Esatto!

(Sorride rapita)

 – Antonio… L’ho voluto chiamare come povero papà mio… però è un nome troppo da grande pe’ una creaturina, così lo chiamo Tony.

(Diviene nuovamente seria)

 – Vede, io ci avevo creduto in Luciano. Mi aveva prospettato un futuro roseo con quella sua attività. Diceva che la coglionaggine della gente andava sfruttata… che la gente se lo meritavano…

(Si sente piangere il bambino. Deborah va nell’altra stanza dicendo di scusarla “un attimino”. Poi torna e si rimette seduta)

 – Scusi, eh!?  Sa, il pupo è così sensibile…

 – Si figuri!  …Stava dicendo che Luciano Bazza raggirava le persone che si rivolgevano al CESM…

 – Esatto. Le raggirava come un pedalino.

 – Ma cosa successe esattamente tra voi. Cosa fece il suo compagno per scatenare quella sua reazione?

 – S’è rincoglionito (scusi il termine, eh? Casomai, poi me lo corregge quando scrive)
…Dicevo che ha sbroccato per una cliente che un giorno je s’è presentata là! Mi ero accorta che era diventato strano… Poi ho fatto due più due: io ero incinta, lui era svagato; perciò un giorno sono capitata in ufficio,  ho svuotato il cestino (che tanto lui lo tiene pieno per mesi) e ho trovato uno strano fax…  “T’aggiusto io!”, ho pensato.
Tanto bene, la sera mi si presenta come un invasato… un ossesso! Mi dice “Amore, è successa una cosa eccezionale!”.  M’ha presa per le spalle e mi scuoteva, tutto sudato: “Mi ero sempre sbagliato! E’ tutto vero, capisci? E’ tutto vero!”

 – E a che si riferiva?

(Deborah fa segno con la mano di aspettare)

 – …”Amore un corno!”, gli dico io  “Lo so che è tutto vero! So tutto, infame!”.  Lui mi guarda sorpreso: “Come fai a sapere tutto?”
“Perché non sono mica stupida!”, gli rispondo. Non lo faccio più parlare e me ne vado da casa. Lui cerca di fermarmi e mi dice di guardare la targa.

 – Che targa?

 – Infatti… “Che cazzo (scusi, eh?) di targa?” gli dico. “La targa d’ottone dell’ufficio”, mi fa lui “Si è invecchiata in un giorno… E poi succedono cose incredibili, là dentro!”

 – Cose incredibili?..

 – Lo so io quali erano ‘ste cose incredibili!  Gli ho spiaccicato una cinquina in faccia che l’hanno sentita fino a San Pietro!

 – Quindi vi siete separati…

 – Esatto!  io me ne sono venuta qua a Tor Bella Monaca con Tony da mamma, ma poi l’ho messo di fronte ai suoi doveri. Pensava di darmi il benservito e che l’avrei lasciato libero così?  Eh, no! Caro mio! Le sue responsabilità se l’è dovute prendere! Aria! Fuori! E mi dai la parte per tuo figlio (povera creatura!).  Non ce l’hai?  Vendi quella buffonata di ufficio! Tanto non ti serve più adesso che sei diventato mistico, no? …Ho ragione?

 – Bhe, certo… da quanto mi dice… Ma attualmente siete in contatto? Sa dove potrei trovarlo?

 – Macchè!

(Deborah fa una pausa ed aggrotta lo sguardo)

 – E non me ne frega niente, oltretutto!

 – Ma non ha cercato di vedere suo figlio? Il giudice avrà…

 – Quale giudice? Non c’è stato nessun giudice!
E’ sparito e basta: glie l’ho detto che è scemo! Starà dal fratello… Sotto i ponti… In Cina…
Starà co’ quella troia!
Spero solo che sarà annàto affanc… ar diavolo!

 – Mi dà il permesso di pubblicare quest’intervista?

 – Pubblichi pure. Ci faccia quello che vuole. E’ il minimo per quel porco! Tutta la gente lo devono da sapere!

(Deborah fa una pausa e mi sorride)

 – … Se vuole, può farmi una foto, così poi pubblica pure quella.

 – Ah… ma non ho portato con me la macchinetta. Sa, non pensavo che lei…

(Si alza entusiasta)

 – Non si preoccupi. Gliela dò io, una.

(Ritorna con la foto che ho messo come immagine di apertura)

– Me l’aveva fatta lui al mercato… (dice con una smorfia di sufficienza) …Però mi piace tanto come sono venuta!

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