E’ plausibile l’ipotesi che questo evento, verificatosi poco più di un decennio prima delle vicende descritte dal conte di Montaigu nel suo diario, sia alla base dell’episodio riguardante una ragazza di nome Claudine, anche se il teatro era ben distante dalla Bretagna e lui lascia intendere dai suoi scritti che la gente superstiziosa aveva attribuito tutto ad un licantropo (verso la fine del diario, invece, verrà svelato il retroscena).
La vicenda reale da cui prende spunto si svolse comunque nei dintorni di Auvers, un piccolo villaggio dell’Alta Loira, a due passi dal Monte Mouchet, territorio ancora oggi selvaggio e meraviglioso dal punto di vista naturalistico. Ormai è considerato un luogo storico perché in quel settore la bestia compì innumerevoli stragi venendo poi fermata (ma la cosa è sempre rimasta nel dubbio) dal colpo di fucile di Jean Chastel, nativo della vicina Besseyre St-Mary il 19 giugno 1767.
Sicuramente, la memoria e le voci sull’orribile ed inquietante vicenda della bestia del Gévaudan erano state mantenute vive girando di bocca in bocca per tutta la Francia. Questa storia rappresentò un grosso incubo per il popolo e per re Luigi XV ed è supportata da una discreta bibliografia e da un interessante film francese uscito nel 2001: Le Pacte des Loups.
Di cosa si trattava in realtà? Solo una belva feroce, o qualcosa di diverso?
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